L’untrice

Prima o poi doveva capitare che la Topina in portasse a casa un bel regalo dal’asilo, ma visto che noi le cose le facciamo in grande ci siamo portate a casa ben altro!

Prima che nascesse la Nana, in realtà prima di rimanere incinta perché poi il sonno ha prevalso sulla mia voglia di fare qualsiasi cosa, il sabato sera era tipo “YUPPIE!!!”. Cena e poi chiacchiere fini a tardi, se non proprio uscita tardi per andare a ballare fino a mattina…e anche questo sabato è stato molto “YUPPIE!!!”, o comunque mattina l’abbiamo fatta lo stesso.

Ore 2: inizia a piangere. Niente di che, si sveglia ancora di notte. Piange un po’ poi smette, poi riparte e smette. Quando fa così ci sono di solito ottime possibilità che si riaddormenti da sola, per cui io e Uomo aspettiamo un attimo prima di alzarci, nel frattempo ci giochiamo chi si alzerà per riaddormentarla. Vinco io!

Gia da li dovevo capire che si sarebbe potuto scatenare solo l’inferno!

Dopo 2 minuti Uomo torna: “Ha rimesso!!!!”. Già “ha rimesso” fa molto ottantenne, poi, scusa, cambiala e fai qualcosa!!! Ma va beh, chiedere a un uomo troppo non è possibile e di discutere alle 2 di notte non ne avevo voglia, per cui mi rassegno al fatto che la mia vittoria di prima era stata in realtà una vittoria di Pirro e mi alzo per controllare.

Ora, Topina non aveva “rimesso”, ma era diventata l’esorcista e la scena che mi si palesa davanti è questa: letto sporco, paracolpi sporchi, muro sporco, lei sporca, lui che la teneva in braccio con la faccia fra il disperato, lo schifato e il “dimmi cosa fare perché non so come muovermi!”. E in quel momento ammetto di aver provato molta stima per il mio Uomo, che, pur schifato, non ha dato segni evidenti di conati e non ha cercato di fuggire!

“Tu lavala, io lavo qui!” E ho ringraziato di non aver mai tolto la cerata nonostante lo abbia voluto fare ogni volta che cambio il suo lettino!

Eviteró i particolari, ma la mia Topina era bianca come un cencio, con due occhini piccoline stanchi e io stavo peggio di lei a vederla così!!!

Tutta la notte è trascorsa scandita da una mezz’ora di sonno della mia cucciola seguito da un risveglio in lacrime e conati, passati i quali si riaddormentava e via uguale. Ovviamente dormiva in braccio e ovviamente, anche se ci siamo dati abbastanza il cambio, nessuno dei 3 ha in realtà dormito.

C’è stato un momento in cui ho pensato di portarla in ospedale perché non ce la facevo più a vederla così, ma Uomo mi ha subito calmata (mamma-ansia stava uscendo fuori).

In realtà dopo quella prima vomitata non ha più fatto nulla, per cui abbiamo subito pensato a un’indigestione o a un’ariata…insomma, non ci è venuto in mente subito il virus, anche perché il giorno dopo, a parte il fatto che ha mangiato pochissimo, non ha avuto nient’altro: niente più vomito o diarrea, niente pianti, era tranquilla, giocava e rideva!

Lunedì Uomo parte per lavoro, io ricomincio a lavorare e la Topina, senza che abbia più avuto nulla, se ne va contenta all’asilo. Alle 11:30 mi chiamano per andarla a prendere perché aveva avuto diverse scariche. ECCHECCAVOLO!!!

Ancora non ci davo troppo peso, anche se avevo avuto la conferma dalle dade che era in giro lei stava troppo bene per avere il virus. “Sarà quello che ha mangiato sabato che finisce di fare il suo corso!”

Arriva lunedì notte. Ore 3. Io inizio a sentire un po’ di mal di stomaco, ma avevo mangiato pesante e la gravidanza mi ha regalato una bella gastrite cronica. Poi aumenta. Poi si trasforma. Poi mi devo trasferire in bagno. Lei si sveglia e piange, ma io sono sola in casa e non potevo arrivare a prenderla in braccio senza star malissimo per cui Nana, hai 8 mesi, impara a addormentarti da sola che ti va meglio sto giro! FIDATI!!

Scrivo a Uomo: anche lui è messo uguale. E, pur dispiacendomi perché era fuori casa e tutto, ho ringraziato che non fosse qui, intanto perché in certe situazioni è sempre meglio non essere viste, e poi e soprattutto perché a casa abbiamo un bagno solo!

Era virus intestinale. Non un’indigestione o un’ariata. Perché mia figlia in un mese di nido non ha mai avuto il moccio al naso, ma la cosa peggiore nel momento peggiore (a casa da sole e la settimana che ricomincio a lavorare) noi non ce la facciamo mancare mai!!!

Ah, come abbiamo affrontato il tutto? Lasciando decidere a lei sempre cosa mangiare e quanto mangiare, senza forzarla e con la tetta e l’acqua a disposizione. La dottora non lo sa, probabilmente mi sgriderà anche questa volta!!

Asilo nido: paranoie pronte all’uso

Rispondevo sicura a chiunque mi diceva che era meglio lasciare Topina dai nonni:”I bambini devono stare con i bambini!!! Poi non vedi che gioia che ha quando gioca con gli altri!!!”

Ero sicura è convinta della mia scelta: “Ma nooooo!!! Che discorso è che soffre più la mamma??? Sono grande!! Non mi metto certo a fare scenate o a starci male perché va al nido!!!”

Poi ha iniziato. La prima settimana piangeva quando la andavo a prendere perché non voleva venire a casa. La portavo e “ciao mamma!! Ci rivedremo poi!”. E la mia testa è scoppiata: “dove ho sbagliato???” “Vedi!! Sta meglio senza di me!!”. A casa non mangiava più: “Non sono più capace nemmeno di darle da mangiare!!” Perché in fondo noi mamme valutiamo l’amore anche in proporzione al cibo (ora capisco mia nonna). Mi faceva passare pomeriggi interi piangendo disperata, mentre appena vedeva Uomo le si illuminavano gli occhi: “mia figlia mi odia!!!”. E ad ogni “ma non è vero!!” rispondevo che lei non faceva una piega quando la portavo all’asilo, mentre si disperava appena mi vedeva.

Poi weekend. E il weekend per me significa avere i nonni che fanno il LORO bilancio settimanale in base a quello che raccontiamo loro: in pratica è un continuo sentir consigli non richiesti, che di solito mi entrano da un orecchio e mi escono dall’altro, ma che se hai già un po’ di crisi da “sono un altro madre degenere” diventano una conferma del tuo non saper fare nulla.

Primo giorno della seconda settimana: totale inversione di marcia all’asilo. Finita la novità Topina deve aver capito che passerà lì molto più tempo del previsto. La accompagno, la preparo, la do alle dade e pianto disperato. NON ERO PREPARATA! Per tutta la mattina sono stata a fare un “mea culpa”: “ecco!!! Ha sentito quando dicevo che ci ero rimasta male quando il primo giorno non ha fatto una piega!!! Ha sofferto perché pensa che stavo male a vederla serena!!!” E via di paranoie di questo tipo. La vado a prendere e la situazione era peggiore delle mie aspettative: “Non ha dormito e non ha toccato cibo…” poi devono avermi detto qualcosa sul fatto che è normale che si comporti così finita la novità, ma ovviamente non ho sentito, già presa dalle mie paranoie. Pomeriggio a piangere tutto il giorno con la faccia da “Fai qualcooooosaaaaa!!” correlata da goccioloni, ma non capivo cosa avesse. “Sono una madre di mxxxa!!! Non capisco più mia figlia!!” La sera mi sono anche messa a piangere disperatamente. Martedì stessa storia, stesso posto, stesso bar: non dorme e rifiuta il cibo. A casa le rifaccio da mangiare ma rifiuta ancora. Provo a darle la carne che sto mangiando a pezzettini: MIRACOLO!!! Inizia a mangiare!! Da sola!!

Sento le dade, che nel frattempo mi mandano messaggi vedendomi sempre più in crisi dicendomi che è normale, che è meglio che abbiamo questo comportamento subito piuttosto che a metà anno, che deve prendere i ritmi diversi, che è comunque una bimba serena e si vede, e le informo di questa “scoperta”.

Da mercoledì tutto cambia: piange sempre quando la lascio, mi cerca gattonando verso la porta, ma una volta visto che non ci sono inizia a giocare; con i pezzettini mangia da sola, inizia piano piano a dormire (un giorno anche addormentandosi da sola nel suo lettino)!!!

Inizio a credere alle storie che dicono che sono una buona mamma, che Topina è serena, che è vivace, curiosa, piena di voglia di fare, ma che il suo essere anche un po’ “terremoto” è indice di serenità a casa!!

Poi arriva ieri. Hanno un diario di bordo con scritto cosa fanno: “Abbiamo giocato con le costruzioni morbide. Topina guardava la dada creare le torte e si divertiva a farle cadere, poi guardava la dada in cerca di approvazione….”. A nulla sono valse le spiegazioni sul fatto che è normale la ricerca di approvazione, che può voler dire anche che sa che non si fanno certe cose a casa e vuole capire se lì le può fare.

Mia figlia “cerca approvazione”, è insicura, non le ho trasmesso abbastanza sicurezza e autonomia nel mio modo di fare e nel mio modo di crescerla. Sono una mamma di mxxxa!!!

Da donna a donna: la mia esperienza da “incoppettata”

Questa volta cambio genere e faccio un post prettamente da donna e vi voglio parlare di “quei giorni” del mese. Sì, di quella settimana odiosa in cui siamo dipendenti da assorbenti e quant’altro e viviamo in uno stato di tensione nervosa che la Guerra Fredda in confronto è Woodstock.

Non ho mai trovato nessuna donna che dica: “Non vedo l’ora che mi arrivi il ciclo!”.
In realtà sì, cioè quando quei giorni cadono proprio a ridosso delle ferie: in quel caso non vediamo l’ora che si diano una mossa per essere pronte e “libere” in vacanza.

Non ho trovato una magica soluzione che ci liberi dal fatto che una volta al mese le mestruazioni vengano e con loro tutto ciò che fisicamente e emotivamente comporta, ma ho trovato un piccolo aiuto che di sicuro toglie il disagio di assorbenti e tamponi (con prurito, cattivi odori e fastidi che comunque portano). Questa soluzione si chiama Coppetta Mestruale (non voglio fare nomi di marche, ma poi capirete perché) e, vi confesso, anch’io ero molto restia a provarla.

Prima della gravidanza me ne aveva parlato una mia amica e avevo visto qualche post su Facebook a riguardo, ma ero molto spaventata all’idea di usarla. Intanto un recipiente che tiene tutto il sangue lì e che poi è da svuotare e riposizionare mi lasciava un po’ perplessa, quasi schifata anche se il sangue comunque era mio. Poi a vedere quelle foto l’idea di mettermi una specie di imbuto capovolto di dimensioni comunque più grande di un qualsiasi tampone interno mi faceva un po’ paura: cioè quella “cosa ” laggiù ci sta???? E vedendo le dimensioni immaginavo il fastidio che potevo provare a avercela sempre lì inserita. Insomma…ho lasciato stare la curiosità che comunque avevo per continuare con i miei ben più sicuri assorbenti esterni e interni usa e getta: li prendi, li metti, li usi e li getti, cosa c’è di più comodo.

Poi ho partorito.

Ho avuto lochiazioni abbondanti i primi giorni e poi più leggere per circa 40 giorni, per cui via di “pannoloni” per tutto questo tempo, fra l’altro usandone di sbagliati su consiglio dell’ostetrica del corso pre-parto (ho fatto un post dopo quanto provato con i consigli su quali usare dopo la mia esperienza) che mi avevano lasciato una bella irritazione in tutta la zona, che già di per sé era bella “provata” dal parto naturale. Finite le lochiazioni sono stata una settimana “free” e dopo una settimana mi è arrivato il capoparto -simpatico, io con l’allattamento esclusivo speravo di essermi liberata per qualche mese in più di quelle antipatiche!!-, per cui di nuovo una settimana abbondante di assorbenti. Una settimana libera e poi ancora il ciclo -evvabbè!!! non è che i nove mesi di assenza li devo scontare tutti subito!!!-. In pratica il 2 mesi e mezzo ho avuto due settimane senza assorbente e, partendo da una megairritazione da panno+mutanda di rete, non è stato per nulla piacevole dover continuare a tenere la zona “sotto coperta”.

Mi ero veramente, veramente stancata di quei dannati assorbenti, ero a un punto di non più tolleranza e mi è tornata alla mente quella storia delle coppette, per cui ho approfondito un po’ l’argomento. Intanto le mie paure dell’inizio erano sparite perché
-la perplessità di svuotarla mi è passata pensando a quante volte quando mi cambiavo l’assorbente mi sporcavo nel cavarlo o, nei giorni di flusso abbondante, mi ritrovavo comunque macchiata. Poi informandomi ho scoperto che in realtà il sangue è veramente poco rispetto a quanto appaia in un assorbente normale, per cui non rischiavo di inondarmi allo svuotamento della coppetta;
da “laggiù” è passata una Topina, vuoi proprio che non ci stia quella cosa???
-leggendo i commenti di chi la provava tutte dicevano che non si sentiva e che se la dimenticavano, vuoi proprio che si siano tutte rincitrullite e mentano per non si sa bene quale motivo??

Sempre leggendo qua e là ho poi trovato informazioni sulla questione igienica: il rischio di infezioni quali Candida con la coppetta è in realtà inferiore rispetto all’uso degli assorbenti perché non altera il microclima e l’umidità della “patonza”. Detta così suona molto come se parlassi della foresta amazzonica, ma di fatto è il caldo e un’umidità più elevata che fa sì che proliferino i funghi come appunto la Candida e tenere un pezzo di plastica assorbente là sotto non aiuta!
In più rispetto agli assorbenti interni è più pratico perché, essendo di silicone medico, riduce il rischio di SST (sindrome da Shock Tossico), una malattia che può essere anche letale se non curata in tempo. Questo perché la sindrome è dovuta allo sviluppo di una tossina dello St. Aureus, un piccolo mostriciattolo che abbiamo naturalmente in alcune parti del corpo, fra cui la vagina, che, “irritato” dalla presenza di un qualcosa di estraneo (vedi il tampone) decide di punto in bianco di sparare tossine mortali (la situazione è ovviamente romanzata, ma rende molto chiaro il processo per cui si attiva il tutto N.d.R.). Il materiale della coppetta, ossia il silicone medico, non è visto come estraneo per il nostro corpo (tant’è che è usato largamente in ambito sanitario proprio per il bassissimo rischio di infezione che il materiale stesso ha), per cui anche il rischio di TSS è minimo. Ciò significa che si può tenere anche 12 ore senza rischi, quindi si può tranquillamente fare una giornata al mare o in piscina senza dover per forza andarsi a cambiare.
Sempre rispetto agli assorbenti interni la coppetta raccoglie solo il sangue mestruale, mentre non va assolutamente ad alterare la normale lubrificazione vaginale (ma come parlo bene?!?) che invece viene assorbita dal tampone, in questo modo non si avrà la sensazione di avere una spugna che gratta lì dentro quando si fanno alcuni movimenti. Infine, rispetto agli interni, si “aggancia” alle pareti vaginali con un sottovuoto: in pratica se la si posiziona bene non rischi di “partorirla” (a me capita spesso quando vado in bagno e magari l’assorbente è un po’ “pieno”).

Poi ci sono altri vantaggi da considerare: la coppetta è riutilizzabile e dura dieci anni, il costo è variabile dai 15 ai 40 euro (diffidate da quelle a 3€, non sempre sono certificate!). Ciò significa un considerevole risparmio (pensate a quanto costa un solo pacco di assorbenti) e anche un bene per la natura (ricordiamo che gli assorbenti non sono riciclabili né biodegradabili).

E allora mi sono decisa: dopo aver valutato il mio pavimento pelvico, il mio flusso e aver trovato la mia cervice per capirne l’altezza ho letto alcuni post di esperte e ho ordinato la mia bellissima coppetta!!!

E’ arrivata in pochi giorni e, dopo averla sterilizzata, l’ho subito provata a inserire: mi sono data ai tutorial su YouTube su pieghe varie (una volta li guardavo sul trucco!!!) e ho provato a testare. Vi dirò, considerando che la lubrificazione nei giorni senza il ciclo è minore pensavo di far fatica e invece TAAAC…in un attimo su e senza nessun tipo di dolore o fastidio. Si è aperta subito bene dalla piega che avevo scelto (ho provato quella a C e a tulipano) e ho provato a vedere se aveva fatto il vuoto provando a “tirare” leggermente il gambo per vedere se teneva. E teneva!!! A toglierla, invece, ho fatto più fatica: va tolto il sottovuoto cercando di inserirsi col dito fra la parete vaginale e la coppetta prima di tirare per farla uscire, oppure “pizzicando” il fondo finché la resistenza non si avverte più. Tirare senza aver tolto il sottovuoto a lungo andare crea danni, ma anche su questo argomento ci sono dei tutorial su YouTube.

Poi l’ho provata durante il ciclo: è veramente come non averla!!! Sono andata in giro con la Topina e Uomo, ho fatto ore di macchina, ginnastica e ballato. Ma anche se si escludono queste cose ho una Nana di quasi 8 mesi e già così faccio i salti mortali!! A parte il primo giorno, ma perché avevo il gambo un po’ lungo e l’ho dovuto tagliare un pelo, era veramente come non avere il ciclo. Ho anche tenuto un salvaslip per sicurezza e a parte qualche macchiolina da “canale sporco” (ossia il sangue che esce durante il cambio e che quindi non viene raccolto) nessun problema.

Devo dire che devo essere stata molto fortunata, non è così facile come sembra e anche io ho notato una bella differenza fra il metterla e toglierla le prime volte e metterla e toglierla alla fine del ciclo, perché comunque è anche questione di manualità e praticità: bisogna centrare la cervice, per cui sapere dove si trova (io la “studiavo” quando cercavamo Topina, per cui sapevo già più o meno dove trovarla!), acquisire la corretta manualità per inserirla e toglierla…insomma, se acquistate la coppetta giusta per voi non arrendetevi al primo ciclo se vedete che non sembra così facile!! Io mi ricordo quando a 12 anni dovevo mettere l’assorbente nelle mutande che le ali mi si accartocciavano sempre e lo mettevo sempre o troppo su o troppo giù (in realtà dico 12 anni, ma mi capitava anche prima di rimanere incinta, soprattutto la mattina presto), o le prime volte che andavo al mare con l’assorbente interno, che per paura di “perderlo” (chissà dove credevo scappasse) lo inserivo pochissimo per cui dopo un bagno mi ritrovavo con un assorbente ben intinto di acqua di mare (e che igiene!!!).

Come detto sopra è importantissimo trovare la coppetta giusta per ogni donna, se no sì che può dare problemi. Io credevo che ne esistesse una marca sola, poi cercando mi si è aperto un mondo!
Prima di tutto bisogna distinguere l’età e i parti naturali di ogni donna: diciamo che in linea di massima sotto i 30 anni e senza parti si prende la dimensione più piccola e sopra i 30 o con uno o più parti naturali si prende la misura più grande, perché di solito ci sono per ogni coppetta due taglie.
Poi bisogna considerare la tonicità del pavimento pelvico, ossia quanto i muscoli che servono per trattenere la pipì lavorano. Infatti anche le coppette hanno una tonicità diversa: ci sono quelle più morbide o quelle più rigide e, per esempio, mettere una coppetta molto rigida in un pavimento pelvico poco tonico è sbagliato perché i muscoli non riusciranno a “tenerla su” (è come tenere un bicchiere con una mano che non riesce a chiudersi del tutto, cade).
L’altezza della cervice va valutata perché ci sono coppette diverse per chi ha una cervice più alta rispetto a una donna che ce l’ha più bassa, se la seconda prende una che va bene alla prima probabilmente se non esce con il fondo poco ci manca e ovviamente crea disagi.
Poi è bene valutare anche l’entità del flusso: a parità di caratteristiche una donna con un flusso maggiore avrà bisogno di una coppetta più capiente rispetto a una che ha un flusso scarso.
E infine è da tenere in considerazione se ci sono particolari problematiche che potrebbero necessitare di una coppetta morbida anche se tutte le caratteristiche sono da coppetta tonica o semitonica: emorroidi, fastidi e infiammazioni ricorrenti, cistiti o episotomie o suture importanti da parto necessitano una valutazione per scegliere la coppetta e vanno tenute in considerazione.

Io non sono di certo un’esperta, per cui vi lascio i link di siti qui, qui e qui che spiegano meglio tutto quanto, ma è facile trovare informazioni anche in autonomia tramite Google e pure sui social.

Altra cosa fondamentale è cercare dove acquistare la propria coppetta una volta scelta: non fissatevi a cercarla nei negozi o nelle farmacie perché trovarle non è così facile (alcune sono molto diffuse, ma altre non sono nemmeno ordinabili in farmacia). Esistono dei siti fra cui questo che sono specializzati nella vendita di coppette online e sono siti SICURI che vendono coppette SICURE (come già detto diffidate fortemente da quelle che vende amazon a 3€, anche se la mia l’ho presa lì ero sicura che fosse certificata e il costo era comunque 15€ in offerta!).

Insomma tutta questa storia per dirvi che una come mei che fino a due anni fa era per il MAI QUELL’ARNESE!! adesso si pente di non averlo preso prima, per cui non limitatevi a non credere alla sua utilità perché non è diffusa (anche se si sta largamente diffondendo) o per paura di essere troppo “innovative” (mi ero dimenticata di mettere questa fra le mie remore all’inizio!) o per qualsiasi altro motivo senza prima esservi informate bene perché come già detto ci si guadagna di saccoccia (e io sono molto tirchia e ci guardo), di salute (è più igienico) e anche l’ambiente ringrazia un po’!

Ho cercato di essere il più chiara possibile nello spiegare il tutto (me lo perdoneranno le esperte) e spero di non aver sconvolto troppe di voi. Comunque W LA COPPETTA!!

Rientrare al lavoro

Si avvicina il momento del rientro al lavoro e io non so come fare!!

Mi manca andare a lavorare: sarò una madre snaturata, ma ho bisogno di staccare veramente da quello che è il mio ruolo di mamma e compagna perfetta. Non sono una casalinga, non mi piace pulire, lavare e stirare, amo avere i miei spazi e il mio stipendio senza dipendere da nessuno.

Il problema è che non sono più abituata!!! Ho scoperto oggi (largo anticipo è!) dove rientrerò a orario ridotto per allattamento: centro prelievi, da lunedì a sabato 7-11. La prima cosa che ho pensato è stata: “fantastico!”. Poi ho riflettuto: dopo un anno e mezzo mi ritroverò con la sveglia puntata alle 5:40 tutti i giorni dal lunedì al sabato!!!!

Sì, perché se anche è vicino a casa devo contare un po’ di anticipo per cambiarmi, a casa colazione e preparazione, ma soprattutto TIRARMI IL LATTE!!! Che già mi scoccia quando devo farlo prima di andare a letto quando usciamo e la topina già dorme, figuriamoci la mattina prima di andare a lavorare!!!

E poi io nasco turnista e tutte mattine non fanno per me!!!

Per non parlare poi del fatto che, la settimana che Uomo è via per lavoro, dovrò organizzarmi (non so come) per la gestione della Nana dal momento che l’asilo apre alle 7 e non possiedo il dono dell’ubiquità.

Dulcis in fundus ho avuto la brillante idea di comprarmi la macchina, per cui spese extra!! A ciò va aggiunto che mi era stato detto dall’ufficio personale che rientravo a 30 ore settimanali, mentre mi ritrovo a farne 24. Che, per una professione dove il più dello stipedio te lo fai con le maggiorazioni (notti e festivi), già di per sè diventerebbe notevolmente ridotto a orario pieno, figuriamoci a 24…insomma, fra calcolo della retta, rate, spesa e il resto sto diventando un piccolo commercialista!!!

Ma s’ha da fare, soprattutto per la mia sanità mentale che a casa a non far nulla non fa che peggiorare!!!

Alto contatto??

Non sono una mamma ad alto contatto.

E già qui, probabilmente, molte mamme saranno già pronte a chiamare gli assistenti sociali in quanto una madre degenere come me non merita il dono di un figlio, ma sono stanca di essere associata a Satana e a una mentalità “vecchia”, “antica”, “superata” solo perché non seguo la moda del momento di essere una super mamma ecobio ad alto contatto.

Non uso la fascia: non l’ho mai usata, non l’ho mai bramata. Ho un marsupio che mi è stato prestato e che ho usato qualche volta. “Sì, ma il marsupio non è la stessa cosa, poi le anche, il bacino, le gambe, gli stimoli esterni…”. Ok, lo so, non è la stessa cosa, ma messa nel marsupio fronte mondo lei sta buonissima, si guarda attorno, ride, scherza e mi concede di fare la spesa. A casa uso un vecchio metodo (tanto per confermare che sono all’antica) di tenerla in braccio. “Ma come fai a fare i lavori di casa????” Garantisco a tutte le mamme-canguro che si riesce a fare tutto anche con una mano sola: all’inizio fai fatica, poi impari.

Non pratico il co-sleeping: e qui le superammo ecobio ad alto contatto danno il meglio di loro sui commenti a riguardo: “Ma è piccola!!!! Ma ha bisogno di te!!!! MA I CUCCIOLI DI ANIMALI DORMONO VICINO ALLA LORO MAMMA!! Non è naturale farli dormire lontano!!”. Io ho passato 12 notti in bianco, nelle quali ho provato di tutto, cosleeping compreso. Le uniche volte che dormiva qualche minuto lo faceva nella sua culla. Dopo 12 notti ho capito che a pancia in giù (alla faccia della SIDS) e nella sua culla dormiva. Non mi è mai più passato per la testa di provare a metterla nel letto. L’ho spostata nella sua camerata a 3 settimane. Passavo la notte nel corridoio per andare a allattarla, per cui sfatiamo il mito per cui chi li mette nelle loro camerate lo fa “per riposare meglio” perché al massimo è il contrario. E se pensate che poter ritrovare l’intimità di coppia (fatta non solo di sesso, ma anche e soprattutto di coccole o di “contatto” durante la notte) mi abbia fatto piacere sappiate che è verissimo!!!

La lascio piangere: anche oggi l’ho lasciata piangere. Non mezza giornata, il tempo di ossigenarmi. Dopo due ore di pianto disperato causa dentizione l’ho messa nel suo lettino ancora piangente. Il mio cervello stava scoppiando e avevo bisogno di fermarmi 5 minuti per capire cosa potevo fare per calmarla. Il quei 5 minuti lei si è addormentata, probabilmente perché dopo 7 mesi ha capito che nel lettino si dorme, per cui si è rilassata e si è addormentata.

Esco senza di lei: ogni tanto io e Uomo andiamo a mangiare fuori, soprattutto il sabato sera e lasciamo Topina con i nonni. Non passo la serata a pensare a come starà, so che starà bene e se non fosse così ci chiamerebbero (e ammetto che se ci dovessero chiamare per una cosa risolvibile mi verrebbe anche il nervoso). Quando sono via lei prende il mio latte dal biberon e lo fa dalle prime settimane (perché dopo 2 settimane in casa da sola con la nana siamo usciti da soli), il tutto senza che mi preoccupassi del fatto che potrebbe essere un interferente con l’allattamento.

Non sono una mamma ad alto contatto perché non faccio quelle cose indispensabili per le mamme ad alto contatto, ma amo mia figlia con tutto il cuore, gioco con lei e la coccolo ogni istante in cui ne ho l’opportunità, ma evidentemente questo non basta. E sono stanca di sentirmi criticare e definire una mamma fredda e distaccata perché non la metto a dormire fra di noi o perché voglio essere anche la compagna del mio Uomo oltre che una mamma. E allora sistema felici tutte, mamme ad alto contatto, perché mi confesso e vi dico che non lo sono e sto bene così!!

Quello che non ti ho detto

Oggi per te è iniziato un nuovo percorso: oggi è stato il tuo primo giorno di scuola. E’ l’asilo nido, non è proprio come andare a scuola, ma è comunque una cosa molto importante. Oggi per la prima volta ho visto quanto sei “grande”, in tutti i sensi: hai 7 mesi e fai cose grandiose, ma non parlo tanto del fatto che ti alzi già in piedi o che bevi dal bicchiere come i “bimbi grandi”, parlo del fatto che ti ho vista sicura e felice in un ambiente nuovo, per nulla spaventata o intimorita.

Sono stata così orgogliosa nel vederti così, tanto che anche le dade si sono stupite, anche perché per ora siete solo due bimbe e la tua nuova amica non riesce ancora a seguirti nei tuoi movimenti (ma presto imparerà per scappare se non vuole che tu continui a tirarla a destra e a sinistra per giocare), ma tu non ti sei fatta scoraggiare e sei partita in quinta a scoprire tutto: corri a destra a arrampicarti sul cavallino giallo, vai a sinistra a fare la “vanitosa” vicino allo specchio…

E mi rendo conto che diventare grande vuol dire anche lasciarti andare per la tua strada, vuol dire accettare che le cose cambieranno, vuol dire capire che non avremo mai più quella simbiosi così profonda che abbiamo conquistato e che i primi giorni sembrava impossibile potesse instaurarsi.

Diventare grande vuol dire anche accettare che non mi guarderai più come se fossi il centro del mondo, come se non fossi più la cosa più grande che ci sia in questo mondo. Vuol dire che non crederai più ai miei “superpoteri” di mamma, vuol dire che imparerai anche i miei limiti, che smetterai di chiamare “mamma” ogni secondo e che quel “mamma” verrà sostituito da qualcun’altro. Vuol dire che non desidererai più passare tutto il tempo con me e alla mia compagnia preferirai quella di qualcun’altro.

Dimenticherai le notti in bianco, il male di quei dentini che spuntano e il tuo cercare conforto fra le mie braccia. Dimenticherai la serenità che trovi ora nel tittare, unica cosa capace di farti passare ogni problema, dimenticherai le ore passate a cullarti, le coccole nel lettone, i baci umidi che mi dai mentre mi stringi forte le guance. Passeranno i giochi nel tappetone e smetterai di cercare il mio sguardo ogni volta che fai qualcosa. E io dovrò ricordarlo per tutte e due.

Imparerai sempre di più che la tua vita è solo tua, e pretenderai di prendertela a piene mani. Imparerai che solo tu saprai cosa è meglio per te e che nessuno potrà dirti il contrario. Imparerai ad avere sogni e a inseguirli con tutte le tue forze. Che non esistono ostacoli troppo grandi da non poter essere superati. E io dovrò impegnarmi tanto per insegnartelo.

Imparerai che, anche se arriverai a odiarmi in certi momenti della tua vita, io sarò sempre lì per te.

Però, cavoli, non dico piangere e disperarti, ma almeno un po’ di scena quando solo andata via la potevi fare!!!!